100 passi avanti!

Autonomia personale è sinonimo di libertà, indipendenza, autostima, fiducia in sé stessi. Tutti questi concetti per ciascun individuo sono fondamentali per sentirsi vivo, persona integrata a pieno nella società. La minorazione visiva, indipendentemente dall’età in cui insorge o dalle cause che l’hanno generata, può provocare paura, frustrazione, angoscia e spingere alla dipendenza passiva da altre persone. Il mondo in cui viviamo inoltre è a misura di vedente quindi, il tutto può compromettere, limitare o rendere difficoltosa la conquista dei fattori che compongono l’autonomia personale. Benché la persona con deficit visivo abbia lo stesso diritto-dovere del vedente di provvedere in prima persona a sé stesso e a vivere autonomamente e libero, non sempre si trova nella possibilità di esercitare questo diritto e di far valere le proprie abilità. Modelli educativi passivanti ed un immaginario collettivo che evoca ancestrali paure incidono su tutta la sua vita personale, sociale e professionale, causando, nella maggior parte dei casi, una totale dipendenza dagli altri. Per compensare questi modelli educativi e per incidere sul tessuto socio-familiare ed educativo spesso sono necessari interventi specifici di operatori qualificati.

L’obiettivo dei nostri incontri è quello di focalizzarsi e analizzare gli strumenti e le risorse che i non vedenti, ipovedenti e familiari hanno a disposizione. Nello specifico tratteremo di:

–           Accesso all’informazione e istruzione

–           Orientamento e mobilità

–           Autonomia domestica

Le suddette sfere, seppur distinte l’una dall’altra, come vedremo durante il percorso, sono coadiuvate dallo stesso principio, ovvero l’innovazione tecnologica.

Accesso all’informazione e all’istruzione

La tecnologia viene sempre di più in aiuto dei non vedenti e degli ipovedenti; Se ieri, per chi aveva deficit alla vista, era quasi scontato che il computer fosse l’unico mezzo tecnologico usufruibile, oggi l’offerta è varia. Diverse aziende si sono orientate verso un mercato fino a ieri inaccessibile inventando dispositivi indossabili, facendosi aiutare dalla robotica e utilizzando anche la realtà aumentata per chi non vede. Dalle tavolette tattili ai sistemi di insegnamento e riabilitazione, ai braccialetti sonori, alle app per smartphone. Un processo innovativo di ausili per i non vedenti che vengono sperimentati con l’obiettivo di aumentarne il livello di autonomia attraverso le più moderne tecnologie.

L’orientamento e la mobilità

La cecità e l’ipovisione possono pregiudicare la mobilità e la capacità di orientamento spaziale perché la specificità di tale minorazione risiede nella compromissione delle strutture e funzioni che permettono di rilevare informazioni a lunga distanza e conseguentemente di mettere in atto comportamenti anticipatori.

La MOBILITÀ è la capacità di spostamento autonomo nello spazio in rapporto ai movimenti funzionali; è la capacità dell’individuo a muoversi in modo autonomo in ambienti familiari e sconosciuti con la massima sicurezza, il minimo sforzo e il massimo rendimento. Pertanto tale definizione si riferisce sia agli aspetti fisici del movimento che a quelli psicologici e cognitivi.

Una parte integrante della mobilità è rivestita dall’ORIENTAMENTO quale processo percettivo-cognitivo della consapevolezza spaziale mediante il quale il soggetto si mette in relazione con gli oggetti e soggetti del mondo circostante.

L’orientamento è l’elaborazione cognitiva durante la quale viene definita la propria posizione in relazione ai punti di riferimento.

I punti di riferimento devono essere elementi che durino nel tempo, che siano noti, che siano facilmente riconoscibili ed abbiano caratteristiche che li rendano inconfondibili.

L’orientamento in quanto processo cognitivo di elaborazione delle informazioni sensoriali, si compone di molte fasi che possono essere così sintetizzate: definizione dell’obiettivo, controllo delle variabili, scelta della strategia, verifica.

Una premessa indispensabile da fare nel parlare degli ausili per la mobilità è che gli ausili fondamentali che il privo della vista può e deve utilizzare per la sua mobilità sono i suoi sensi residui che gli permettono di ricevere il maggior numero di informazioni dall’ambiente che lo circonda e gli consentono di elaborare delle strategie di movimento. Quelli che si è soliti chiamare ausili per la mobilità non fanno altro che integrare, migliorando queste capacità naturali che il minorato della vista possiede. Per una deambulazione sicura è necessario ricorrere ad ausili per la mobilità quali bastone bianco, cane guida, ausili ottici, mappe tattili, bussola, bastone elettronico con possibilità di avere annesso il sensore di prossimità, ecc. Vedremo che anche in questo settore la tecnologia sta migliorando l’indipendenza del non vedente.

L’autonomia domestica

Sono tante le soluzioni pensate appositamente per chi non vede: lo svolgimento delle attività quotidiane è ciò che maggiormente fa sentire l’individuo libero di pensare e di scegliere. In presenza di deficit visivo portare a termine alcune tra le comuni attività domestiche può rappresentare una seria difficoltà. Prendere in mano la gestione della propria casa, la cura della propria persona e della propria famiglia, in modo consapevole e autonomo attraverso strategie adeguate permette alla persona con difficoltà visive di diventare padrona della propria vita e della propria indipendenza. preparare un pranzo, gestire una dispensa, tenere in ordine la casa, occuparsi del bucato, contrariamente a ciò che molti pensano, queste sono tutte azioni che una persona cieca o ipovedente grave può svolgere con serenità, in totale sicurezza. Basta trovare gli strumenti e le tecniche giuste. In riferimento a ciò andremo a presentare gli ausili di uso comune presenti sul mercato e, soprattutto, a far conoscere ciò che la domotica sta sviluppando per migliorare la quotidianità.